“Che Dio mi perdoni – raccontava Don Giacomo Cauda nei suoi ultimi anni di vita – per aver a volte trascurato il mio ministero per dedicarmi anima e corpo alla vigna. Finivo la Messa, mi cambiavo in fretta e salivo sul trattore. Ma so che Dio mi ha perdonato perché con i soldi guadagnati dal vino ho creato l’oratorio e ristrutturato la canonica”.
Anticamente nel Monferrato i vigneti erano ricchi di biodiversità, e i vini erano frutto del taglio di molte varietà, anche se ve ne era una prevalente, la Barbera.
Il Ruchè di Castagnole Monferrato è oggi un vino di successo, tutelato dalla DOCG, ma al contrario di altri vini piemontesi la sua storia enologica è piuttosto recente. Le uve di questo vitigno, conosciuto da sempre, venivano consumate come uva da tavola oppure utilizzate nel taglio, per ingentilire i vini grazie al loro aroma delicato e fragrante, o ancora per produrre un vino dolce per il solo consumo familiare.
Nel bicchiere cattura l’attenzione per il suo colore , rosso rubino con leggeri riflessi violacei che si trasformano, con l’invecchiamento, in aranciati vivi. Il bouquet, fine e persistente, è caratterizzato da una notevole percezione aromatica, fusione del profumo di viola e rosa canina…