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il Ruchè

Il Ruchè di Castagnole Monferrato Docg

Nel bicchiere cattura l’attenzione per il suo colore , rosso rubino con leggeri riflessi violacei che si trasformano, con l’invecchiamento, in aranciati vivi. Il bouquet, fine e persistente, è caratterizzato da una notevole percezione aromatica, fusione del profumo di viola e rosa canina.

Se degustato giovane esprime il meglio di sé: si fa così apprezzare per le sue note di prugna mature, more, lamponi e pepe nero che si fondono con una sensazione di vellutata avvolgenza per il suo gusto morbido e il corpo equilibrato, di buona intensità e lunghezza di sapore. Dotato di bassa acidità, elevata alcolicità e retrogusto aromatico.

La Denominazione del Ruchè

Il Ruchè di Castagnole Monferrato è una piccola DOCG, si estende su sette comuni, alcuni solo per una parte: Castagnole Monferrato, Montemagno, Viarigi, Refrancore, Scurzolengo, Portacomaro e Grana.

Nel 2016 risultavano 136 ettari coltivati (erano 103 nel 2011 e soltanto 10 nel 1988), 35 aziende e oltre settecentomila bottiglie prodotte contro le 499 mila del 2011. Il 35% del vino è esportato in tutto il mondo.

Ruchè: si scrive con l’accento grave e, anche se il Piemonte è vicino alla Francia, si pronuncia “rukè” e non “ruscè”.

Castagnole Monferrato, in Provincia di Asti, è uno di quei paesi con “nome e cognome” per distinguerlo da altri paesi (Castagnole Lanze) e rivendicare la sua appartenenza a quello che fu per sette secoli un piccolo stato, fin dal Medioevo celebrato per la sua produzione di vini pregiati (“esultante di castella e vigne suol d’Aleramo” scrive Carducci). 

Il Ruchè è un vitigno a bacca nera. L’uva matura intorno alla metà di settembre. L’acino è di media grandezza, l’uva molto zuccherina e ricca di precursori aromatici, soprattutto terpenici. Solitamente viene vinificata in rosso per ottenerne un vino secco, leggermente aromatico, con sentori di rosa, viola e spezie, dal colore rosso rubino, di buon corpo e lieve tannicità.

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